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In guerra per amore
29/11/2022
Ciao,
oggi inizio con una storia d’amore.
Nell’estate del 1915 il regno d’Italia ha da poco dichiarato guerra all’Austria-Ungheria quando Aurora, una giovane donna, orfana di madre e poi di padre, si innamora perdutamente di Giuliano, un piccolo proprietario terriero toscano. A rovinare i loro piani d’amore è proprio la Grande Guerra che obbliga Giuliano a partire per il fronte, nel 1916, con i bersaglieri.
Aurora soffre a tal punto per la lontananza che prende una decisione audace: per stare vicino al suo Giuliano e condividerne le sorti, si traveste da bersagliere, si arruola e si ritrova così a combattere in trincea e, a un certo punto, viene anche fatta prigioniera degli austriaci.
Quando la prima guerra mondiale termina, Aurora e Giuliano sono malmessi (Giuliano è rimasto mutilato), ma sono ancora vivi e tornano alla loro vita, si sposano, hanno dei figli e vivono felici e contenti.
Quella che ti ho raccontato è la sinossi del romanzo “La fidanzata del bersagliere”, l’ultimo libro di Carolina Invernizio, forse la più popolare autrice di romanzi d’appendice tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
La copertina del libro di Carolina Invernizio
Ma la cosa incredibile è che il romanzo è ispirato a una storia vera!
La vera Aurora, infatti, si chiamava Luigia Ciappi, classe 1894, e la sua storia viene raccontata in un breve trafiletto dell’edizione del 26 maggio 1915 de “Il resto del Carlino”, che riporto qui sotto:
La storia di Luigia Ciappi su “La Stampa” del 30 maggio 1915.
Ho trovato anche un articolo de “La Stampa”, pubblicato quattro giorni dopo, in cui viene riportata la stessa notizia con qualche dettaglio in più:
Aspetta.
C’è qualcosa che non torna.
Il movente.
Nel romanzo del 2016 Aurora decide di raggiungere il fronte vestita da soldato per amore di un uomo, ma nella storia vera del 2015, quella che ispira il romanzo, Luigia lo fa per amore della patria, non di un uomo.
Come mai Carolina Invernizio cambia il movente? Non poteva raccontare la storia di una patriota anziché quella di una donna innamorata? Nessuno glielo ha mai chiesto, e forse non ce ne sarebbe stato il tempo, visto che l’autrice muore pochi giorni dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo.
Però un’ipotesi vorrei provare a farla e c’entra con una strategia della nostra mente studiata da almeno da 80 anni: lo stereotipo.
Se vuoi sapere cos’è per la scienza uno stereotipo, quale la sua utilità, quali i danni che può fare, come contribuisce a creare il cosiddetto gap di genere e, soprattutto, cosa c’entra con la storia di Luigia Ciappi, segui la nostra diretta streaming di domani sera
L’evento è gratuito ed è organizzato dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio all’interno del Laboratorio sul benessere finanziario e educazione finanziaria della Prof.ssa Emanuela Rinaldi, Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Se puoi, ci vediamo domani! Diego
P.S.
I romanzi d’appendice di Carolina Invernizio erano considerati un genere letterario minore dai letterati del tempo che, forse anche gelosi del suo successo, presero a chiamarla la “casalinga di Voghera”.
Poi, come racconta Enrico Deaglio:
A proposito di stereotipi 😉
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